SPINNING AL FEMMINILE – VIDEO Emotion Sport Club

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Servizio di Mario Giglio.
Una tarda mattinata dedicata allo spinning riservato solo alle donne guidate da Franco Vintaloro all’Emotion Sport Club.

Emotion Sportclub

Lo spinning, o cycling indoor, è una delle discipline che in questo inizio di terzo millennio ha incontrato maggiore successo e popolarità, grazie al suo mix di ricerca della forma atletica e divertimento. Si pedala in gruppo su un’apposita bicicletta seguendo le indicazioni di un istruttore, cercando il sincronismo con una musica di sottofondo che varia in funzione del tipo di attività che si sta svolgendo (new age per la pedalata rilassante; rock per il jumping; dance per l’arrampicata e così via) e immaginando scenari naturali entro cui gestire lo sforzo fisico. E’ vero, non è come pedalare all’aria aperta, ma con un po’ di fantasia si può tranquillamente pensare di muoversi attraverso distese pianeggianti, percorsi montani, dolci salite collinari. I gruppi muscolari interessati sono praticamente gli stessi del ciclismo: i muscoli delle gambe, dei glutei, i dorsali, i bicipiti e tricipiti, pettorali e addominali. Gli apparati cardiovascolare e cardiorespiratorio si potenziano; l’umore migliora, come in tutte le attività motorie che rilasciano endorfine; aumentano la capacità di concentrarsi e la fiducia nelle proprie capacità, dal momento che di lezione in lezione il programma di allenamento diviene più impegnativo, con obiettivi da raggiungere, come ad esempio una scalata in montagna, più difficoltosi.

SPINNING E CICLISMO A CONFRONTO — Rispetto alla tradizionale bicicletta, la pratica dello spinning offre diversi vantaggi. Ecco i principali. Può essere praticato al chiuso, quindi anche nei mesi invernali quando le condizioni atmosferiche non lo permettono; offre caratteristiche anaerobiche e di potenziamento in tempi molto più brevi della bicicletta da corsa o della mountain bike, soprattutto quando gli itinerari percorsi con questi due mezzi sono leggeri; è una valida alternativa per coloro che, vuoi sovrappeso o per problemi articolari, non possono correre; essendo praticato in gruppo e gestito da un istruttore, si rivela un valido e stimolante mezzo per chi è pigro o non molto motivato.

REGOLARE LA BIKE — Per evitare sovraccarichi e infortuni è indispensabile regolare la bike in funzione della propria struttura. Partiamo dalla sella che deve permettere alla gamba, nel momento in cui con il tallone è sul pedale rovesciato, di mantenere un angolo al massimo di 15 gradi, così da non sollecitare eccessivamente ginocchio e tratto lombare. Tutto questo verticalmente, mentre orizzontalmente ci si deve preoccupare che la proiezione della linea del ginocchio cada sulla parte anteriore della caviglia e non più avanti, evitando così pressioni sulla rotula.E’ bene ricordare, infine, che un allenamento ad alto impegno muscolare non significa necessariamente un allenamento ad alta velocità.

LA LEZIONE — Si parte con un buon riscaldamento, una fase importante della quale non si può assolutamente fare a meno, anche se sono molti i bikers che la eviterebbero volentieri. Sono dieci minuti circa di pedalate a ritmo moderato (60-70 al minuto) necessari a fare salire la temperatura corporea di 1 – 2 gradi, in modo tale che tutti i processi fisiologici del nostro organismo raggiungano il loro massimo grado di efficienza. La vasodilatazione periferica porta più sangue e ossigeno ai muscoli; si produce una superiore reattività con risposte neuromuscolari più rapide e precise; fibre muscolari e tendini divengono più elastici; il liquido sinoviale diviene meno viscoso, facilitando lo scorrimento delle facce articolari. Una volta caldi, inizia la fase dell’allenamento vero e proprio, che dura circa mezz’ora. In funzione del grado di allenamento e preparazione fisica del gruppo, l’istruttore indicherà quali varianti di postura devono essere provate e in che modo si devono alternare le varie intensità di sforzo. Al termine si passa al defaticamento, in cui la pedalata deve ritornare a un ritmo simile a quello del riscaldamento. Ottimo, infine, se si è seguiti dall’istruttore che controlla la correttezza dei movimenti, lo stretching in modo da decontrarre le fibre muscolari che hanno più lavorato.

LE POSTURE BASE — Le posizioni che abitualmente si utilizzano durante la pratica dello spinning sono essenzialmente cinque.
Seated flat: è la più semplice e può essere utilizzata in qualsiasi momento. Il ritmo è di 80-100 pedalate al minuto. Si è seduti con le braccia leggermente flesse e con le mani che impugnano saldamente il manubrio. Seated climbing: è utile quando si deve affrontare una salita di lieve entità. Il bacino è sulla sella arretrato, in modo tale da avere una maggiore capacità di spinta sui pedali, le braccia sono leggermente flesse e le mani impugnano il manubrio appena prima delle sue curve laterali. La resistenza più appropriata consente un ritmo di 60-80 pedalate al minuto. Standing flat: si sta eretti sui pedali con i glutei vicini alla punta della sella. Le braccia sono leggermente flesse con le mani appoggiate sul manubrio. Questa posizione impegna molto gli arti inferiori e, di conseguenza, è bene adottare una resistenza leggera. Standing climbing: utile per gli allenamenti alla salita è la posizione più impegnativa dal punto di vista organico e muscolare. Il corpo è sollevato e spostato in avanti, le mani sul manubrio sono molto avanzate. La resistenza prevista deve consentire al massimo 70 pedalate. Jumping: in questa postura il busto si solleva continuamente dalla sella come a simulare scatti improvvisi. Le mani sono appena appoggiate sul manubrio e distanti circa 30 centimetri. Nel jumping il ritmo e resistenza possono variare in funzione da quanto richiesto dall’istruttore.

CONTROINDICAZIONI — Lo spinning non è una attività per tutti. Si tratta di una attività sportiva a impegno elevato, con sollecitazioni del sistema cardiovascolare e muscolare notevoli: la frequenza cardiaca può raggiungere picchi notevolmente alti e i muscoli possono registrare livelli di lattacidemia importanti. Inoltre, alcune posizioni, vedi quella in piedi sui pedali, può causare sovraccarichi della colonna vertebrale, tendinopatia rotulea e achillea. Coloro che hanno problemi in tal senso, dovrebbero astenersi dall’assumere le posizioni più impegnative per questi reparti anatomici. La percentuale abbastanza alta di infortuni che si registra nello spinning non deriva dallo sport in sé, quanto dalla scarsa preparazione fisica di chi lo pratica.