Ieri è stato un giorno di contatti e di riunioni preparatorie. Si è discusso in Figc del problema della proroga dei contratti. Non ci potrà essere una norma complessiva, l’«ombrello» dell’indicazione Fifa permetterà trattative singole che comunque avranno dei vincoli. Il principio è chiaro, anche per i prestiti: i calciatori dovranno rimanere nelle loro squadre attuali fino alla fine della stagione (cioè al 31 agosto) senza fare ritorno alla base. Si parla anche di una mediazione sul fronte dei meccanismi per evitare un’eccessiva dilazione dei pagamenti degli stipendi. Ieri Damiano Tommasi, il presidente dell’Assocalciatori, ha detto a «Il Mattino» che «i calciatori non sono dei robot, ci sono delle preoccupazioni. Una criticità è la partita alle 16.30 che a giugno e luglio in Italia non è pensabile».
Una criticità che la stessa Lega ha cercato di ovviare proponendo orari di inizio delle partite differenti. Se prima delle 17 per i calciatori non si può giocare, ecco allora la proposta del primo slot orario delle 17.15. Si spostano in avanti anche le altre due fasce: start fissati per le 19.30 e addirittura per le 21.45. Soluzioni su cui il sindacato dei calciatori riaprirà la discussione. Tommasi si è anche concesso via twitter una fuga poetica e l’ungarettiano «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie» è diventato «Si sta come a maggio. In Italia, la serie A». Provando una traduzione: è tutto ancora incerto
Ma come e quando si ricomincerà? Alcuni club, specie chi direttamente coinvolto, spinge per ripartire con i recuperi della venticinquesima giornata, gli altri per il turno completo della ventisettesima. Una terza soluzione, altrettanto probabile, è ricominciare con le semifinali di Coppa Italia: Napoli-Inter e Juve-Milan, partite che coinvolgerebbero un’ampia parte di spettatori dal momento che si tratta di avvenimenti in chiaro, circostanza che non dispiacerebbe al ministro Spadafora. Per le date di ripartenza è ballottaggio tra 13 e 20 giugn
Della ripartenza ha parlato pure Gabriele Gravina, numero uno Figc: «Solo l’immediato ritorno in campo consentirà al calcio italiano di attutire il crollo dei ricevi sul breve periodo stimabili altrimenti in oltre 700 milioni, più di 500 generati dal blocco imposto dal Covid-19 – ha detto in un intervento sulla piattaforma web dell’osservatorio “Riparte l’Italia” – Occorre difendere 100 mila lavoratori, un milione e mezzo di tesserati e 4,7 miliardi di fatturato. Il compito della Figc è fare di tutto, sempre nel rispetto della salute di ogni protagonista, per rimettere in moto il sistema, anche per impedire che la crisi economica comprometta, stavolta sì irreparabilmente, la passione degli italiani verso questo splendido gioco»
I risvolti economici della situazione sanitaria chiamano in causa lo scontro con Sky, a cui è destinato un decreto ingiuntivo: rispetto agli altri broadcaster ha da subito assunto un atteggiamento più aggressivo. Se Dazn e Img hanno prospettato pagamenti dilazionati nel tempo (Lega e società valuteranno), in Sky ha prevalso la corrente più agguerrita: dopo anni di collaborazione con la Serie A, in pochi mesi si è arrivati a uno scontro feroce. La tv ha sempre preteso uno sconto sul pagamento della sesta rata come fondamento per poi passare al saldo, proposta di sconto che per i club è stata subito giudicata irricevibile. Così ieri sera è stato depositato in tribunale il decreto ingiuntivo. Non solo: la Lega ha escusso la fideiussione emessa da Comcast, cioè la garanzia a cui aveva provveduto la capo gruppo.
Altre fonti ci confermano che ….