Teatro Piccolo Eliseo “Frida Kahlo il ritratto di una donna” – Intervista a Pino Insegno

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Teatro Piccolo Eliseo “Frida Kahlo il ritratto di una donna”

Dopo la mostra alle scuderie, dopo il film, lo spettacolo al Piccolo “Frida Kahlo il ritratto di una donna”.

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Servizio di Mario Giglio.

Con l’accompagnamento sonoro di gocce d’acqua che echeggiano in tutto il Teatro, catturando e quasi ipnotizzando lo spettatore, proiettandolo nel luogo segreto e inaccessibile delle proprie emozioni ancestrali, dove la vita e la morte si uniscono in un ciclo eterno e dove il femminile e il maschile trovano finalmente pace in un perfetto equilibrio, si apre il sipario sulla nascita di Frida Kahlo.

E’ così che inizia lo spettacolo in scena al Teatro Piccolo Eliseo di Roma ispirato alla vita e alle opere della pittrice messicana Frida Kahlo, con la sua nascita, una delle scene più riuscite e intense di tutta la rappresentazione.

Attori : C. Garrubba,A. O.Livetti, A. Navarro, E. Belmondo, C. Del Grosso.

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Corpo di ballo M.Mearelli, I.jodice, Maria Celeste Sammarco, M.Passarello

La vulnerabilità e l’inadeguatezza di una madre che non la voleva fin dal primo momento, la forza della nuova vita che si impone al dolore e alla paura umana affermando comunque il suo diritto di esistere e di venire al mondo spinta da un insondabile divino tempismo.

In scena un connubio di forze contrastanti la madre che da la vita e che nello stesso tempo ferisce, l’acqua che sostiene e che nello stesso tempo travolge, la tensione alla vita che si confonde con la tensione alla morte e in questo contrasto inizia la vita di Frida, una lotta per affermare sè stessa oltre le menomazioni fisiche e il dolore, un tentativo incessante di conciliare gli opposti e gli estremismi del suo animo.

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Come Frida affermava in una nota frase che raccoglie l’essenza della sua vita “L’angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient’altro che un processo per esistere”.

Lo spettacolo mette in scena la vita tentando di rappresentarne le pulsioni, passioni carnali ed emozioni opposte spesso contrastanti, l’amore e l’odio, la vita che nasce dalla morte e la morte che nasce dalla vita come direbbe Frida, attraverso il mondo femminile espresso dai suoi quadri.

Frida invita gli spettatori a entrare nel suo mondo e a visitare le sue opere ammonendoli che lei non dipinge sogni ma la verità della vita di una donna.

Attraverso dieci quadri rappresentati in scena con una proiezione cinematografica è raccontata l’emotività del mondo femminile che è dietro ad ogni quadro, il bisogno ambivalente che ebbe Frida come figlia, come donna e come moglie di amare e di essere amata, bisogno spinto fino all’ossessione di amore che l’ha portata dall’annullamento di sè alla ribellione ad ogni convenzione fino alla sperimentazione dell’amore saffico.

L’acqua scandisce il tempo dello spettacolo, il tempo del mondo interiore, dell’emozione umana a volte lento a volte drastico a volte senza tempo e come dice Frida: ” Sono nata nella pioggia. Sono cresciuta sotto la pioggia… Una pioggia fitta e sottile…. una pioggia di lacrime. Una pioggia continua nell’anima e nel corpo. Sono nata con lo scroscio della pioggia battente. Ho imparato nella pioggia a sopravvivere…. “.

Potente è la rappresentazione dell’archetipo della madre visto sia nella relazione tra Frida e la madre sia nel desiderio struggente di Frida di avere un figlio e nel dolore per l’impossibilità di averlo a causa del suo corpo menomato incapace di generare la vita.

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Lo spettacolo è sicuramente ambizioso e audace, come fu la vita di Frida, è un viaggio nelle emozioni più profonde e nascoste a volte oscure e dell’estenuante tentativo dell’essere umano di conciliarle per trovare la pace, per molti aspetti ha una funzione anche catartica nel mettere in scena le passioni istintuali, può a volte sembrare discordante…. ma è “un quadro sulle emozioni della vita” e a ben vedere non potrebbe essere altrimenti quando lo scopo è dipingere il mondo femminile così intenso, passionale, controverso e dicotomico che Frida Kahlo ci ha lasciato attraverso i suoi quadri.

Il Quotidiano del Lazio